Lyndon Johnson: quando il complotto non c’è, lo inventa il titolista

Quando apparve sulla stampa (Il Venerdì di Repubblica del 12 ottobre 2018, a firma Anna Lombardi) un articolo relativo al nuovo libro di Aldo Mariotto The day before Dallas – Ideazione, organizzazione e cronaca dell’ultimo viaggio di John Fitzgerald Kennedy, un omicidio all’ombra di Lyndon Johnson (Pendragon, Bologna, 2018) il commento della giornalista mi fece subito pensare all’ennesimo autore complottista italiano che si andava ad aggiungere a una lunga lista di nomi già vagliati nella mia opera Ecco chi ha ucciso John Kennedy, libro pubblicato vent’anni fa.

“All’ombra di Lyndon Johnson” nel sottotitolo mi dava già l’idea di una tesi cospirativa che coinvolgesse in qualche modo il vicepresidente che accompagnò JFK a Dallas. Tanto più che Mariotto, nell’intervista pubblicata, anticipava per il 18 novembre 2018 la sua partecipazione a una conferenza annuale dichiaratamente complottista fondata a Dallas da Debra Conway, la JFK Lancer. Leggendo il libro, invece, devo ammettere che l’autore non azzarda mai ipotesi di complotto, salvo alcune frasi qui e là che però si limitano a suggerire una pista o un’ipotesi, più che una concatenazione di prove (le perplessità del governatore Connally sui tiri di Oswald, l’occhiolino rassicurante del membro del Congresso Albert Thomas a LBJ subito dopo il giuramento, scambiato per un gesto di complicità e così via). Il libro, di circa trecento pagine, è però soprattutto una scrupolosissima e documentata ricostruzione dei tempi, dei modi e delle finalità che portarono Kennedy a Dallas, con tutti gli intrighi, gli interessi e le motivazioni che potevano esistere dietro un tour del genere.

Ovviamente non si poneva nemmeno l’ipotesi che, recandosi in Texas in vista della campagna rielettiva per il 1964, Kennedy potesse toccare tutte le principali città dello Stato evitando Dallas. Non era possibile per nessun Presidente degli Stati Uniti e sarebbe stato impensabile per un carattere come quello di JFK. Il quale, tuttavia non aveva molta voglia di sobbarcarsi – dopo le recentissime trasferte a Chicago e a Miami –  un altro faticosissimo giro di un giorno e mezzo in tutte le più importanti città texane, ognuna con le sue intricate beghe pre-elettorali di uomini politici locali e nazionali da risolvere. Mariotto insiste sul fatto che Johnson volle fortemente il viaggio di Kennedy nel suo Stato, anche se lui e Connally si rimpallarono successivamente la responsabilità maggiore della decisione. Questo lascerebbe l’adito al sospetto che LBJ volesse attirare il suo capo in una trappola omicida a Dallas, ma fortunatamente Aldo Mariotto evita di formulare apertamente questa ipotesi. Nell’introduzione scrive: “Ma esistono forse collegamenti tra l’organizzazione del viaggio in Texas e quanto accadde a Dallas? Le domande non sono mai indiscrete. Le risposte lo sono, a volte, direbbe Oscar Wilde. Ma questi sono soltanto proiettili di carta”, astenendosi quindi da un collegamento (che infatti non esiste!) fra un ipotetico piano di Johnson e l’azione omicida di Lee Oswald. Quali che siano le convinzioni e i sospetti personali da me raccolti a voce nel nostro incontro (nel quale fa suoi i pareri di testimoni complottisti invitati da JFK Lancer, la già citata associazione di Dallas che rifiuta relatori su posizioni non cospirative e “warreniane”), Mariotto evita di metterli nero su bianco e questo è un grande merito, insieme alle lunghe e documentate ricerche su fonti di notevole rilevanza e di prima mano.

Il suo, in definitiva, è un ottimo contributo italiano ai giorni finali del più compianto presidente americano del Novecento. E di questo bisogna riconoscergli il merito.

Diego Verdegiglio (Pesaro, 16 giugno 1952) è uno storico, attore e doppiatore italiano. Ha recitato in numerose pellicole cinematografiche e televisive. Interpreta Francesco Cossiga nella miniserie Aldo Moro - Il presidente, a fianco di Michele Placido. Verdegiglio affianca all'attività di attore l'attività di saggista e storico. Ha pubblicato Ecco chi ha ucciso John Kennedy (1998) e La TV di Mussolini (2003); con la collaborazione di Francesco Valitutti ha scritto Alla conquista dello Spazio (1999) e Il libro della vagina (2000) sui costumi sessuali femminili in varie civiltà del passato e in popolazioni primitive della Terra. Collabora inoltre come freelance a varie pubblicazioni.

2 pensieri riguardo “Lyndon Johnson: quando il complotto non c’è, lo inventa il titolista

  • 15 Giugno 2019 in 17:51
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    E’ la foto tratta da un film

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  • 13 Giugno 2019 in 22:09
    Permalink

    Buona sera Dott. Verdegiglio,  su un sito internet ho visto una foto dell’ omicidio kennedy che non conoscevo, dove si vede il Presidente colpito ed accasciato sul sedile posteriore, mentre Jaquiline, ripresa di spalle sale sulla parte posteriore dell’ auto e l’ agente dei servizi segreti si sta avvicinando per montare sulla macchina. Sullo sfondo il Texas school book depository con visibile la finestra di Oswald. La foto e’ in bianco e nero. Ma e’ una foto reale od e’ tratta da un film? Perche’ guardando il filmato Zapruder, in quel momento non pare esserci nessuno cosi vicino all’ auto da poter effettuare quello scatto ma il Presidente sembra proprio essere lui. La salito cordialmente. Loredana

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