La teoria della pallottola magica: fu davvero magica?

L’opinione più diffusa sul caso Kennedy è legata a una colpo di fucile ormai celebre come la pallottola magica.

La traiettoria della pallottola magica, secondo i sostenitori del complotto
La traiettoria della pallottola magica, secondo i sostenitori del complotto

Questa teoria si basa sull’assunto che le ferite del presidente Kennedy e del governatore Connally escludano un singolo sparo da dietro perché, se mai i due corpi fossero stati davvero attraversati da un unico proiettile, questo avrebbe dovuto compiere una inverosimile traiettoria a zig-zag. Corollario della teoria è che quell’unico proiettile non avrebbe potuto ferire Kennedy e il governatore Connally, provocando nel complesso sette feritesenza deformarsi. Il proiettile in questione è noto ai ricercatori del caso Kennedy come il reperto 399 della commissione Warren, perché così fu catalogato dagli inquirenti in fase di indagine. Per anni, all’opinione pubblica sono state presentate ricostruzioni basate su disegni – come quello che vedete qui a lato – che non tenevano conto della reale posizione delle due vittime sulla Lincoln presidenziale. Per rendere incompatibile la tesi di un unico sparo, JFK e Connally venivano posti alla stessa altezza e allineati orizzontalmente, cioè seduti perfettamente uno davanti all’altro. Questo, però, non corrisponde ai fatti: il governatore texano, seduto davanti al presidente su un seggiolino, si trovava circa quindici centimetri più all’interno e otto più in basso rispetto a Kennedy. Non solo: al momento dello sparo, il suo torso era ruotato verso destra, circostanza che allinea ulteriormente le due ferite di Kennedy alle cinque subite da Connally.

La Lincoln sulla quale fu ucciso il presidente. Da notare, la posizione del divanetto posteriore e quella del seggiolino, sul quale era seduto il governatore Connally

 

singI sostenitori del complotto contestano la possibilità che il foro alla schiena e quello alla gola del presidente fossero il frutto dallo stesso sparo. L’assunto è che un proiettile diretto dall’alto in basso, che entra nella schiena di Kennedy, non può uscire più in alto, cioè “dalla gola”. Il problema sta nel termine “gola”: osservando, infatti, le fotografie scattate in sede di autopsia e leggendo il referto autoptico allegato agli atti di inchiesta, si scopre che il presidente Kennedy fu colpito quattordici centimetri sotto la base del collocon foro di uscita sotto il pomo d’Adamo(1). Considerando le misure antropometriche del presidente, la sua postura al momento dello sparo, la posizione dello sparatore dal sesto piano del deposito dei libri e la lieve pendenza di Elm Street, il colpo da dietro è stato calcolato sia penetrato nella schiena del presidente con un’angolazione di 17 gradi verso il basso (2). Un colpo con quella traiettoria non poteva che provocare un foro di uscita sotto il pomo d’Adamo. L’analisi dei filamenti della camicia del presidente indica che un colpo la trapassò in direzione dietro-davanti.

In questo spezzone di un documentario prodotto nel 2013 dal network statunitense PBS, intitolato Cold Case – JFK Assassination e parte di Nova, un programma in onda dal 1974, si può osservare la traiettoria del proiettile, che riproduce fedelmente le risultanze balistiche e forensi delle indagini.

 

Sul ritrovamento del proiettile nominato dalla commissione Warren come reperto 399 sulla barella del governatore Connally al Parkland Memorial Hospital di Dallas si è, poi, scatenato un altro aspro dibattito. La teoria cospirativa vorrebbe che quel proiettile fosse stato sistemato in ospedale da un complice degli assassini, al fine di incolpare Oswald. Nel film di Oliver Stone, quel complice è addirittura Jack Ruby.

Il reperto 399 sarebbe stato sistemato sulla barella per poi essere oggetto di una contesa perché troppo poco danneggiato in relazione alle ferite dei due uomini: non è un controsenso? Non solo: al momento del ritrovamento del proiettile sulla barella, non si conosceva ancora l’esistenza di altri proiettili nella sparatoria. Se fosse stato sistemato da fantomatici cospiratori, la loro sarebbe stata una mossa da veggenti: non si poteva sapere quale fosse la quantità di frammenti lasciati nel corpo di Kennedy e Connally dai colpi sparati, non si sapeva che tipo di ferite Oswald avesse inferto ai due uomini, non si sapeva se le pallottole fossero state ritrovate. Era impossibile conoscere in anticipo se il proiettile “falso” si sarebbe reso utile o se sarebbe risultato controproducente.

Il reperto 399, la cosiddetta pallottola magica
Il reperto 399, la cosiddetta pallottola magica

Un’altra obiezione sul reperto 399 riguarda lo stato della pallottola: come può, ci si chiede, aver ferito Kennedy alla schiena e alla gola, essere entrata nella schiena di Connally, uscita dal torace, essere riuscita ancora a spezzare un osso per terminare la sua corsa nella coscia sinistra del governatore rimanendo quasi intatta? Il fucile di Oswald ha sparato quella palla a circa 660 metri al secondo: una pallottola full metal jacket può restare deformata solo in minima parte, pur avendo procurato molte ferite se – come accadde nel caso Kenned – attraversa quasi esclusivamente tessuti molli (la pallottola infatti incrinò una costola del governatore e, quasi a fine corsa, spezzò il radio dell’avambraccio destro quando la sua velocità, ormai ridotta, rendeva più difficile la sua frantumazione). La celebre scena del film di Oliver Stone, che mostra come si sia deformato un proiettile sparato attraverso il polso di un cadavere (che equivale, viene detto, solo una delle sette ferite inferte dal proiettile 399) vorrebbe smentire la plausibilità della pallottola magica: la scienza forense insegna, però, che è vero il contrario: è più plausibile che un palla si deformi o frantumi se sparata a distanza ravvicinata, quando ancora la sua velocità è altissima, che non a decine di metri. Ciononostante, questo è uno degli argomenti pi duri a morire, un po’ come la vicenda della testa di Kennedy che “va indietro e a sinistra” perché colpita da davanti; argomenti che traggono vantaggio dalla scarsa conoscenza tecnica del pubblico e invitano a “usare il buon senso”. In realtà, i proiettili non hanno buon senso: la scienza ci dice che un colpo sparato a bruciapelo contro un osso ha ottime possibilità di deformarsi notevolmente, mentre uno sparato a distanza può trapassare più ostacoli senza distruggersi. Come ci dimostra che un colpo alla testa sparato da davanti non è un pugno, non costringe la testa a muoversi nella direzione opposta. Ma questa è un’altra storia, appunto, nota come la querelle sul movimento “indietro e a sinistra”.

NOTE

(1) Warren Report, commission exhibit 387: “Situated on the upper right posterior thorax just above the upper border of the scapula there is a 7×4 millimeter oval wound. This wound is measured to be 14 cm. from the tip of the right acromion process and 14 cm. below the tip of the right mastoid process”.

(2) Warren Report, pag. 106: “Allowing for a downward street grade of 309′, the probable angle through the President’s body was calculated at 17°43’30”, assuming that he was sitting in a vertical position”.

7 pensieri riguardo “La teoria della pallottola magica: fu davvero magica?

  • 21 Ottobre 2021 in 23:46
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    Dottor Verdegiglio come si chiama in medicina il gesto che fa Kennedy ,quando colpito tende le braccia a gomito ai lati del collo

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    • 26 Ottobre 2021 in 17:44
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      Secondo alcuni autori, come Gerald Posner, sarebbe la “Thorburn position”.

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  • 11 Novembre 2016 in 16:03
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    Buongiorno Federico.

    Spero un giorno di trovare il tempo per approfondire con Lei le decine di questioni attinenti al caso Kennedy, di cui sono appassionato da alcuni anni, ma purtroppo per ora mi limito a farLe solo un appunto (che mi rendo conto essere una goccia nel mare, ma mi sembra un aspetto talmente evidente …).

    Perchè francamente da uno intelligente, preciso e professionale come Lei non mi accontento di una mera citazione della Commissione Warren: “JFK fu colpito quattordici centimetri  sotto la base del collo. Il foro di uscita è sotto il pomo d’Adamo (1). Questo significa che, considerando le misure antropometriche del presidente, la sua postura al momento dello sparo, la posizione dello sparatore al sesto piano del deposito e la lieve pendenza di Elm Street un colpo, che è stato calcolato sia penetrato nella schiena del presidente con un’angolazione di 17 gradi verso il basso nel punto descritto (2), non poteva che uscire nel punto in cui uscì, sotto il pomo d’Adamo” …

    Ma come? Se consideriamo che base del collo e pomo d’Adamo si trovano praticamente sulla stessa linea, come fa il proiettile ad uscire dal pomo d’Adamo se entra già 14 cm sotto alla base del collo e per di più con un’angolazione di 17 gradi verso il basso!!!???

    Come si fa a prendere per buona sic et simpliciter una simile spiegazione? Empiricamente impossibile e peraltro smentita anche dal video postato sulla destra di questa stessa pagina, riproducente l’esperimento condotto dal team di esperti di Discovery Channel, in cui la traiettoria del proiettile è evidenziata da una simpaticissima linea rossa che entra nella schiena esattamente dove risulta esservi il foro d’entrata, attraversa il corpo di Kennedy ed esce all’incirca all’altezza dello sterno (più o meno 20 cm sotto il pomo d’Adamo!) per poi proseguire verso Connally.

    Federico … sbaglio o nelle fotografie dell’autopsia non si vedono fori sul petto o all’altezza dello sterno del Presidente?!

    Restando in attesa di Sue delucidazioni, La saluto cordialmente.

    Davide

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    • 30 Novembre 2021 in 1:42
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      1) Forse, signor Davide, Lei non ha guardato bene al rallentatore il video della ricostruzione in 3D dell’attentato fatta al computer da Discovery Channel

      https://www.cbsnews.com/video/jfk-assassination-father-son-probe-single-bullet-theory/

      La linea rossa esce dal nodo della cravatta di JFK. Kennedy aveva una particolare gibbosità a livello delle scapole, per cui la misurazione sul tavolo anatomico del cadavere ben disteso avrà certamente aumentato di almeno un centimetro la posizione del foro di ingresso rispetto al corpo seduto e rilassato nell’auto. Il collo del Presidente non era corto ed è stata perciò ricostruita in 3D la traiettoria del proiettile che lo attraversò nel video computerizzato in 3D, dall’apice scapolare destro fino all’uscita sul nodo della cravatta (che fu intaccata) senza toccare ossa. Nessuna ricostruzione, per quanto ben fatta (e l’esperimento che Lei cita lo è) può riprodurre al millimetro e con totale esattezza quanto avvenne quel giorno.

      2) Nelle foto dell’autopsia si vede benissimo il taglio tracheotomico sotto il pomo d’Adamo, che allargò la ferita di uscita. Ignoro se Lei abbia una competenza di balistica terminale e di medicina legale pari o superiore a quella dei molti esperti e docenti di ben quattro commissioni che esaminarono il caso concordando sostanzialmente con le conclusioni della Commissione Warren. Magari mi farà sapere quali sono i Suoi titoli accademici in materia. Cordiali saluti. DV

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  • 7 Gennaio 2014 in 15:38
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    Ho appena terminato la lettura dell’ultimo volume (credo) in ordine di tempo uscito sull’argomento. Parlo di “Anatomia di un assassinio” di Philip Shenon, pubblicato lo scorso autunno.
    Qualcun’altro ha avuto occasione di leggerlo?
    Una lettura molto interessante, nonchè scorrevole, sulla Commissione Warren, come funzionasse e lavorasse, quali fosse i suoi punti di forza e di debolezza.
    A leggere la seconda di copertina ci si aspetta un libro complottista a tutto tondo, in realtà mi sembra di essermi trovato di fronte a un lavoro di ricerca serio da parte di un giornalista serio, che per tutto il libro ricostruisce i rapporti tra i vari membri della Commissione e tra questi e i loro rispettivi incarichi, non mancando di far presente come per quel che riguarda il soggiorno in Messico di Oswald CIA ed FBI non siano stati onesti nel presentare le prove in loro possesso.

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    • 2 Febbraio 2014 in 21:50
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      Ho letto in gran parte il libro (mancano circa 50 pagine a finirlo). Molto ben scritto e documentato, getta molte ombre su come ha lavorato la commissione -in particolare Warren stesso. Il libro avvalora la tesi che a uccidere JFK sia stato Oswald da solo -almeno come sparatore. La novità è quella cui accenni: pare che Cia e Fbi abbiano nascosto alcuni fatti, e specificamente che Lee Oswald fosse stato addestrato da anticastristi appoggiati dalla Cia a uccidere Castro sparando con un fucile da lontano. Quando la cosa si rivelò impossibile, Oswald che era un disadattato schizoide, decise di uccidere Kennedy poche ore prima del fatto, quando scoprì che il corteo del presidente sarebbe passato proprio di fronte all’edificio in cui lavorava: il Book Depositary.

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