Indietro e a sinistra: caccia al killer della collinetta erbosa

Per chi ha sentito parlare sempre e solo di complotto è difficile accettarlo. “Indietro e a sinistra” è un cavallo di battaglia di chi crede alla cospirazione: la prova dell’esistenza di un cecchino appostato sulla collinetta erbosa in Dealey Plaza, quindi di un complotto per uccidere il presidente, sarebbe fissata nei fotogrammi del film di Abraham Zapruder. Il più efficace propugnatore della tesi del back and to the left, indietro e a sinistra, è stato il regista statunitense Oliver Stone, autore nel 1991 di un docu-film splendido (a patto di non considerarlo un documentario scientifico): JFK – Un caso ancora aperto.

 

La scienza offre gli strumenti per valutare l’ipotesi “indietro e a sinistra”. Un uomo colpito alla tempia destra da una pallottola, sposta invariabilmente il capo verso sinistra? Un uomo colpito alla testa da dietro, sposta invariabilmente la testa in avanti un po’ come chi, colpito da un pugno alla guancia, muove il capo nella direzione opposta?

skullNel caso Kennedy, la radiografia del capo di JFK  mostra  il percorso del proiettile sparato da dietro e l’effetto di scoppio della teca cranica, provocato dallo shock termico del cervello e cinetico durante il passaggio del corpo estraneo e dalla frattura delle ossa per l’ingresso del proiettile, con l’esplosione della parte laterale del cranio (non a caso le ossa, come è visibile nelle fotografie dell’autopsia, sono aperte verso l’esterno, proprio perché il colpo proveniva dall’interno, mentre la nuca del presidente è intatta e la ferita non collima con la descrizione che ne fece, tra gli altri, il dottor McClelland). Il presidente fu colpito da una palla avente direzione occipito-frontale, con entrata posteriore e uscita da davanti. L’apertura “a rosa” del cranio, visibile anche nelle fotografie scattate durante l’autopsia, è tipica di queste lesioni: in caso contrario, se cioè la palla avesse colpito Kennedy alla tempia destra, il quadro della ferita sarebbe stato molto diverso.

head-panel
Quattro diverse versioni della ferita alla testa: da sinistra, quella della commissione Warren (1964), quella del dottor McClelland, quella del ricercatore complottista Robert Groden e, infine, la ricostruzione dell’Hsca del 1978.

Indubbiamente sia le indagini post mortem, sia le commissioni di inchiesta spesso non lavorarono con risultati soddisfacenti. La posizione del foro di entrata alla testa e le descrizioni della natura e vastità della ferita al cranio si sono spesso contraddette: alcuni medici del Parkland Hospital che tentarono di salvare la vita a Kennedy collocarono la ferita sulla nuca, altri in punti diversi della zona occipitale, altri ancora in zona fronto-parietale. Le loro testimonianze sono state spesso presentate come prova di un foro di uscita esteso nella parte posteriore del cranio, una ferita non coerente con uno sparo da dietro.

Tuttavia, alla fine degli anni Sessanta il procuratore generale Ramsey Clark  riunì un team di patologi forensi e radiologi per esaminare tutta la documentazione raccolta fino al 1968 riguardante la ferita alla testa del presidente (il rapporto è intitolato “1968 Panel Review of Photographs, X-Ray Films, Documents and Other Evidence Pertaining to the Fatal Wounding of President John F. Kennedy on November 22, 1963, in Dallas, Texas”) Il gruppo di lavoro coordinato da Clark concluse che

Il proiettile fatale entrò nel cranio sopra e alla destra della protuberanza occipitale esterna. Una porzione del proiettile attraversò la cavità cranica in direzione postero-anteriore (vedi radiografie del cranio laterali) depositando particelle comminute lungo il suo percorso. Una porzione del proiettile trovò il suo esito attraverso l’osso parietale di destra, portando con sé porzioni di cervello, cranio e cuoio capelluto. Le due ferite al cranio, combinate con la forza del proiettile, hanno prodotto una estesa frammentazione del cranio, la lacerazione del sagittale superiore sinusale e dell’emisfero cerebrale destro.

00JFKHeadX-RayLe radiografie del cranio del presidente Kennedy mostrano uno sciame di frammenti metallici che percorre la testa. Si tratta di frammenti di proiettile che si sono staccati nel corso del passaggio e che lasciano la caratteristica “scia”. La disposizione dei frammenti è compatibile con un colpo entrato posteriormente e uscito anteriormente, così come la forma della ferita, un tronco di cono con base maggiore nella nuca, non sarebbe compatibile con uno sparo da davanti.

Purtroppo, l’autopsia sul corpo di Kennedy, condotta nel centro medico navale di Bethesda quello stesso 22 novembre dai dottori J. Humes, J. Thornton Boswell e Pierre Fink circa otto ore dopo l’attentato, fu un lavoro sbrigativo, piuttosto maldestro (i tre medici patologi non avevano alcuna esperienza di autopsie condotte su cadaveri che presentavano ferite di arma da fuoco) e condotto in condizioni di angoscia e tensione inimmaginabili. Era appena stato assassinato il presidente degli Stati Uniti, il Paese era scosso: non si sapeva chi fosse stato, né cosa sarebbe successo. I Servizi segreti e l’Fbi accavallavano le loro pretese di controllare, per quanto possibile, la situazione: il loro arrivo a Dallas creò un cortocircuito con le autorità locali (polizia, magistratura e medici civili del Parkland Hospital) sulla giurisdizione del caso. Uno scontro che, più tardi, molti avrebbero interpretato come parte della manovra di insabbiatura della verità. L’autopsia, che mancò incredibilmente di rispondere a elementari quesiti per mezzo di analisi di tessuti condotte superficialmente o addirittura non fatte, stabilì comunque che «il proiettile fatale entrò nel cranio nella parte destra superiore della protuberanza occipitale. Una porzione del proiettile attraversò la cavità craniale in direzione anteriore-posteriore depositando minuscole particelle lungo il suo tragitto». Se si fosse esaminato il cervello di Kennedy, stabilendo con certezza numero e tragitto dei proiettili che attraversarono il cranio, molto probabilmente si sarebbero risparmiati cinquant’anni di teorie e speculazioni.

In definitiva, senz’altro è affascinante – e ha contribuito a creare un esercito di cittadini convinti in buona fede dell’esistenza del complotto – la scena del film di Oliver Stone in cui Jim Garrison, interpretato da Kevin Costner, spiega che “back and to the left” significa che Kennedy fu colpito dal davanti, sulla destra. La verità, però, è che quella teoria è destituita di fondamento.

 

Per saperne di più: P. Baima Bollone e e F. Pastore Trossello, Medicina Legale e delle Assicurazioni, Torino 1989, Giappichelli Editore. Con particolare riferimento al cap. 5, “Lesioni da arma da fuoco”.
B. Knight, Lesioni da arma da fuoco, in: C. G. Tedeschi, Trattato di medicina forense, Padova 1984, Piccin Editore.

Per approdondire la dinamica dell’attentato, cliccate qui.

26 pensieri riguardo “Indietro e a sinistra: caccia al killer della collinetta erbosa

  • 15 Novembre 2017 in 19:29
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    Alessandro
    5 marzo 2014 in 15:12

    Signor Alessandro, a Lei non è stato mai risposto in questa sezione, certo per una svista: lo faccio ora, dopo oltre tre anni. L’HSCA concluse che non ci fu nessun taglio doloso nel film di Zapruder e non c’era un uomo in divisa da poliziotto che sparava dalla collinetta erbosa.

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    • 16 Novembre 2017 in 2:29
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      Com’è strana la vita.Senza saperlo,ho scritto io quel post del 5 marzo 2015 alle ore 15:12.Ieri sera a letto due mie domande,tanto per capirci sono sempre io che ha scritto il post di ieri sera nella sezione:Fanta- Kennedy,è sempre un complotto.Notte

      Rispondi
      • 16 Novembre 2017 in 2:31
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        Cmq Grazie per la risposta, volevo solo una conferma.

        Rispondi
      • 16 Novembre 2017 in 13:22
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        Com’è strana la vita.Senza saperlo,ho scritto io quel post del 5 marzo 2015 alle ore 15:12.

         

        NO. ERA IL 2014

        Rispondi
  • 27 Febbraio 2017 in 19:44
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    Come al solito, parlate genericamente e in modo approssimativo ed errato, di cose che conoscete solo “a grandi linee”.
    Non è vero – come scrivete voi – che i medici del Parkland fornirono versioni contrastanti della ferita maggiore al capo di Kennedy. TUTTI i medici che videro direttamente la ferita e le 2 infermiere descrissero il grande foro occipitale da cui fuoriusciva materia cerebrale. Ecco le loro dichiarazioni TESTUALI:
    Robert Grossman, MD:”He (Grossman) said that he saw two large holes in the head, as he told the (Boston) Globe, and he described a large hole squarely in the occiput, far too large for a bullet entry wound…”.
    Kemp Clark, MD: Professor and Director of Neurological Surgery at Parkland,
    “…in the occipital region of the skull… Through the head wound, blood and brain were extruding… There was a large wound in the right occipitoparietal region, from which profuse bleeding was occurring… There was considerable loss of scalp and bone tissue. Both cerebral and cerebellar tissue were extruding from the wound.” (WC–CE#392)
    Gene Aikin, MD: “The back of the right occipitalparietal portion of his head was shattered with brain substance extruding.” (WC-V6:65.)
    Charles Rufus Baxter, MD: “…the right temporal and occipital bones were missing (emphasis added) and the brain was lying on the table…” (WR:523).
    Robert McClelland, MD: “…I could very closely examine the head wound, and I noted that the right posterior portion of the skull had been extremely blasted. It had been shattered…so that the parietal bone was protruded up through the scalp and seemed to be fractured almost along its right posterior half, as well as some of the occipital bone being fractured in its lateral half, and this sprung open the bones that I mentioned in such a way that you could actually look down into the skull cavity itself and see that probably a third or so, at least, of the brain tissue, posterior cerebral tissue and some of the cerebellar tissue had been blasted out….” (WC–V6:33)

    Malcom Perry, MD:: “I looked at the head wound briefly by leaning over the table and noticed that the parietal occipital head wound was largely avulsive and there was visible brain tissue in the macard and some cerebellum seen…” (HSCA-V7:302-interview with Purdy 1-11-78.)

    Ronald Coy Jones: ..”.he had a large wound in the right posterior side of the head… There was large defect in the back side of the head as the President lay on the cart with what appeared to be some brain hanging out of this wound with multiple pieces of skull noted next with the brain and with a tremendous amount of clot and blood.” (WC-V6:53-54)
    Nurse Diana Hamilton Bowron: “…there was blood all over this neck and shoulders. There was a gaping wound in the back of his head.” (Livingstone, Killing the Truth , p. 180)
    Nurse Audrey Bell: “-Although only in Trauma Room One for 3-5 minutes, she did see the head wound. After asking Dr.Perry “where is the wound,” she said he turned the President’s head slightly to the President’s anatomical left, so that she could see a right rear posterior head wound, which she described as occipital in both her oral remarks, and in her drawings”

    Inoltre, come riporta con precisione Aguilar, non è neppure vero che al Bethesda videro ferite diverse (come comunemente si crede).
    Infatti:
    “Witnesses at Bethesda :
    Besides the physicians who performed the autopsy, the authors have assembled the recollections of twenty-one witnesses who saw the body at Bethesda and described a rear skull wound. Among them are four physicians besides the autopsists, two autopsy photographers, three secret service agents, two FBI agents five technicians, a hospital corpsman, a presidential aid, and a mortician. All the witnesses’ testimonies save one corroborate the Parkland descriptions of a rear skull defect…
    Quindi: 4 medici + 2 patologi che eseguirono l’autopsia, 2 fotografi dell’autopsia, 3 agenti dei servizi segreti, 2 agenti dell’FBI, 5 tecnici, 1 addetto dell’obitorio, 1 assistente presidenziale, e 1 addetto alle pompe funebri (Tom Robinson, che ricompose il cadavere dopo l’autopsia) = totale 21 TESTIMONI che confermarono le versioni dei medici ed infermieri del Parkland!
    Inoltre, J Edgar Hoover mentì spudoratamente, quando disse che la faccia di Kennedy era sfigurata, e non vollero mostrarla per anni. Come visibile a tutti molti anni dopo dalle foto d’autopsia, la faccia era del tutto intatta, solo la nuca era stata fracassata.
    http://www.igiornielenotti.it/wp-content/uploads/2013/11/BE3_HI.jpg

    Quindi Kennedy fu colpito alla tempia (foro d’entrata + piccolo), con un colpo con inclinazione di circa 60° (del tutto compatibile con uno sparo da dietro la palizzata della Grassy Knoll) e la frammentazione della pallottola all’interno del cranio determinò – come tipico – un foro d’uscita enorme sull’occipite, e la rimozione violenta/esplosione dell’osso, come dimostrato anche dal filmato di Orville Nix.
    Altro errore nella vs. ricostruzione: non è vero che un colpo all’occipite proveniente dal 6° piano del TSBD avrebbe provocato le ferite al cranio che Kennedy riportò. Un colpo dal 6° piano avrebbe avuto un’inclinazione di 12°-13° (20 metri di altezza al 6° piano, 78 metri di distanza della limousine dal TSBD, formano un angolo di quella grandezza), ed essendo Kennedy piegato leggermente in avanti (come dimostrato dal film di Zapruder), lo sparo all’occipite sarebbe stato del tutto ORTOGONALE al capo, e sarebbe uscito dalla sua cavità orbitale e dall’occhio, come dimostrato dal test di Alfred Olivier all’Edgewood Arsenal nel 1964, per conto della commissione Warren, condotto su 10 teschi riempiti di gelatina.
    Infine, NON è vero che un colpo sparato ad un cranio umano da dietro potrebbe provocare uno spostamento (recoil) in direzione opposta alla provenienza del colpo, come erroneamente affermato da coloro che citano il c.d “jet effect”.
    TUTTI i filmati di condannati alla fucilazione mostrano che il capo delle vittime va nella direzione del colpo, in accordo alla 2a legge della dinamica di Newton. Il c.d. “jet effect” può funzionare solo per corpi cavi, o molli, come le angurie (come provò a ripetere il fisico L. Alvarez) ma NON con le ossa dure del cranio umano, come dimostrato anche da Pat Speer e Tony Szamboti. Solo in caso di colpi di pistola (che hanno energia cinetica e quantità di moto molto inferiori a quelle dei fucili) le vittime cadono senza che il capo si muova molto.
    Insomma, non ci siamo, le vs. affermazioni sono approssimative ed errate.

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    • 27 Febbraio 2017 in 20:12
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      “Quindi Kennedy fu colpito alla tempia (foro d’entrata + piccolo), con un colpo con inclinazione di circa 60° (del tutto compatibile con uno sparo da dietro la palizzata della Grassy Knoll) e la frammentazione della pallottola all’interno del cranio determinò – come tipico – un foro d’uscita enorme sull’occipite, e la rimozione violenta/esplosione dell’osso, come dimostrato anche dal filmato di Orville Nix”.

      basterebbe questa panzana per sottolineare la sua preparazione sul caso, inversamente proporzionale alla supponenza del “so tutto io”.
      sicché la lascio nelle sue certezze. segnalo solamente ai lettori (non a lei, che già tutto ha capito e scoperto) questo filmato del 2009, nel quale fu ricostruita la parte finale della sparatoria (il colpo alla testa).

      – nella prima parte, si dimostra che un colpo alla tempia avrebbe provocato un danno del tutto incompatibile con le ferite evidenti sul corpo

      – nella seconda parte, si dimostra che un colpo sparato dal sesto piano provoca esattamente le ferite riscontrate su JFK

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    • 28 Febbraio 2017 in 10:44
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      Conclusioni dell’House Select Committee of Assassinations (HSCA, 1979): The pathology panel concluded that President Kennedy was struck by only two bullets, each of which entered from the rear. The panel further concluded that the President was struck by “one bullet that entered in the upper right of the back and exited from the front of the throat, and one bullet that entered in the right rear of the head near the cowlick area and exited from the right side of the head, toward the front” saying that “this second bullet caused a massive wound to the President’s head upon exit.” The panel concluded that there was no medical evidence that the President was struck by a bullet entering the front of the head and the possibility that a bullet could have struck him, and yet left no evidence has been extremely remote.

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    • 28 Febbraio 2017 in 10:48
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      Conclusioni della Commissione Rockfeller (1975): The Commission examined the Zapruder, Muchmore, and Nix films, the 1963 autopsy report, the autopsy photographs and X-rays, President Kennedy’s clothing and back brace, the bullet and bullet fragments recovered, the 1968 Clark Panel report, and other materials. The five panel members came to the unanimous conclusion that President Kennedy was struck by only two bullets, both of which were fired from the rear, including one that struck the back of the head. Three of the physicians reported that the backward and leftward motion of the President’s upper body following the head shot was caused by a “violent straightening and stiffening of the entire body as a result of a seizure-like neuromuscular reaction to major damage inflicted to nerve centers in the brain.” The report added that there was “no evidence to support the claim that President Kennedy was struck by a bullet fired from either the grassy knoll or any other position to his front, right front or right side … No witness who urged the view [before the Rockefeller Commission] that the Zapruder film and other motion picture films proved that President Kennedy was struck by a bullet fired from his right front was shown to possess any professional or other special qualifications on the subject.”

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  • 8 Luglio 2014 in 16:46
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    L’autopsia del Presidente, per quanto affrettata (Bob Kennedy, dal sedicesimo piano dell’ospedale di Bethesda, premeva perché fosse terminata al più presto. Gli imbalsamatori avevano bisogno di almeno quattro ore per preparare il cadavere e il fratello del Presidente insisteva perché il feretro fosse portato alla Casa Bianca prima dell’alba, in modo da concedere a Jackie – che non intendeva lasciare l’ospedale senza il corpo del marito – alcune ore di sonno) stabilì l’essenziale, cioè la direzione di ingresso e di uscita di due proiettili e la causa della morte. Il cervello, estratto con molta facilità dopo il taglio dei chiasmi ottici, data l’ablazione cranica prodotta dallo scoppio della teca, fu fotografato, posto in formalina per essere indurito e successivamente sezionato (sezione coronale). Non furono riscontrate altre ferite ante-mortem o post-mortem. Tutto il materiale relativo a palle di fucile che fu possibile recuperare nell’auto e dai corpi di Kennedy e Connally assommava in totale al peso di due proiettili, esplosi (AD ESCLUSIONE DI QUALUNQUE ALTRA ARMA!) dal fucile ritrovato al sesto piano del deposito di libri.

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  • 12 Maggio 2014 in 19:24
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    Ragazzi questo mi è difficile da accettare perché se io, per esempio, do un pugno a uno questo mi va indietro seguendo la traiettoria che segue la direzione della spinta da me applicata. Questa è fisica ragazzi, scienza e quello che dice la scienza non è discutibile. Io non credo che a Dallas ci sia stato un massiccio complotto ma non posso fare a meno di farmi qualche dubbio su cose oggettive, che ci sono. Qui mi sembra che siamo tutti in gamba prima di dare un risposta non bisognerebbe analizzare tutte le possibilità ? Tuttavia la verità la sapremo nel 2030 quando il congresso toglierà ai documenti della CIA e dell’FBI il segreto di stato.

    Rispondi
    • 12 Maggio 2014 in 20:44
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      caro Umberto,
      forse lei non si è accorto che proprio l’esempio del pugno è quello che riporto per spiegare che fisica e scienza balistiche dicono esattamente il contrario di quello che suggerisce il “buon senso”: si legga questa pagina e poi, magari, ne riparleremo. Lei ha ragione: prima di dare una risposta bisogna analizzare. O leggere, come in questo caso.

      saluti
      FF

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  • 7 Marzo 2014 in 16:22
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    secondo me effettivamente va “indietro e a sinistra” semplicemente perché portava il busto contro il mal di schiena. busto rigido che tra l’altro non gli permise neanche di abbassarsi completamente sul sedile e tentare di salvarsi dopo i primi spari.

    Rispondi
  • 5 Marzo 2014 in 15:12
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    Salve,
    ho trovato un sito dove si vuole provare a fare credere alle persone che il film di Zapruder è stato tagliato e modificato per chissà quale motivo.Però non è quello che m’interessa.E’ interessante invece vedere l’animazione di 2 fotogrammi (Z312-313) in quel sito (a scanso di equivoci è la seconda animazione).
    Si vede chiaramente che al momento dello terzo sparo,prima del famoso “Indietro e a sinistra” Kennedy viene leggermente spinto in avanti,lo sparo veniva da dietro e quindi non c’è nessuno sparo dalla collinetta erbosa!

    http://www.assassinationscience.com/johncostella/jfk/intro/index.html

    Poi c’è anche il Badgeman che si vede dalla foto ingrandita di Mary Moorman.Se veramente è stato immortalato uno degli assassini di Kennedy allora la mia domanda è:a chi stava sparando quell’uomo?A Kennedy o alla fotografa Mary Moorman?
    Secondo me non c’era nessun sparatore dalla collinetta erbosa.

    Vorrei sapere il vostro parere,grazie a tutti
    Alessandro

    Rispondi
  • 26 Novembre 2013 in 10:20
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    caro Luca, quelle che lei continua a fare sono legittime, anche ragionevoli e verosimili, ma sono e restano supposizioni. per diventare tesi dovrebbero essere aggianciate a prove, indizi, circostanze.
    di dubbi, mi creda, in 20 anni ne ho coltivati parecchi, essendo partito da posizioni dogmaticamente complottiste.
    saluti

    Rispondi
  • 25 Novembre 2013 in 18:54
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    La mia non è una supposizione da film giallo, mi sembra di avere detto una cosa logica………
    Non le sembra strano che un delinquente e uomo della mafia come Ruby abbia ucciso Oswald con il solo intento di volere vendicare Kennedy? Non sembrerebbe che stiamo parlando di un idealista…….
    Nel caso Kennedy e nella storia in generale ci sono troppe strane coincidenze. Caso strano 100 anni prima anche John Wilkes Booth, assassino di Lincoln, è stato freddato quasi subito, senza avere quindi la possibilità di parlare. Il potere nella storia ha spesso fatto passare i complotti come opere di pazzi isolati.
    La Cia serve anche a questo. Io penso che qualche dubbio in più sia giusto porselo anche sul caso Kennedy………
    Cordiali saluti.

    Rispondi
  • 23 Novembre 2013 in 18:12
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    A me pare che il Sig. Federico Ferrero si ponga poche domande e pensi di avere già tutte le risposte (a quanto leggo tutti quelli che scrivono hanno la medesima impressione). Innanzitutto l’autopsia, proprio perchè approssimativa o peggio perchè potrebbe anche essere stata ‘pilotata’, forse non è da prendere per oro colato. E poi chiedetevi: se davvero avesse fatto tutto Oswald, perchè poi Jack Ruby l’avrebbe subito ucciso? Non vi viene il dubbio che si sia voluto uccidere il capro espiatorio per impedirgli di parlare e di fare i nomi dei mandanti?

    Rispondi
    • 24 Novembre 2013 in 18:31
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      caro Luca, mi dica tutto ma non che mi pongo poche domande. sono almeno vent’anni che studio il caso Kennedy ponendomi domande, e se scrivo qualcosa credo di motivarlo a sufficienza per non scadere nel chiacchiericcio a ruota libera.
      la sua supposizione su Ruby mandato a uccidere Oswald è, appunto, una supposizione da film giallo. se si analizza sia la dinamica dei fatti, sia il contesto e la vita di entrambi, se si scandagliano gli ultimi giorni e ore di quel weekend di sangue si è obbligati a escludere ciò che lei sostiene. poi, per carità: le opinioni sono gratis e non necessitano di studi, ricerche o dimostrazioni, quindi lei è libero di dire e pensare ciò che crede.

      saluti

      Rispondi
    • 26 Novembre 2013 in 9:02
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      Non è affatto vero che “tutti quelli che intervengono” lo facciano esprimendo critiche; senza contare il fatto che ci sono molte persone come me, che seguono il sito da anni e non intervengono in quanto semplicemente d’accordo con i contenuti esposti (se vogliamo è il vecchio concetto della “maggioranza silenziosa”). Personalmente feci capolino 10 anni fa, mi presentai, scrissi giusto un paio di commenti di apprezzamento e da allora seguo fedelmente gli aggiornamenti, con apprezzamento immutato. La mia opinione generale è che qui vengano esposti fatti rigorosamente documentati; sui siti complottisti tutto quello che si riesce a produrre sono illazioni e teoremi, generalmente con fondamento ideologico (anti-americanista, of course…). Ogniqualvolta i sostenitori del complotto hanno provato ad introdurre a loro volta dati concreti sono sempre incorsi in infortuni clamorosi, di cui il tempo ha fatto giustizia (la “pallottola magica”, il fucile scadente, il tiratore scarso, gli 8 secondi insufficienti, “indietro a sinistra”, testimoni improbabili e reo-confessi da burletta… ma l’elenco sarebbe ancora lungo). Per tutti questi motivi, sull’omicidio Kennedy mi trovo assolutamente d’accordo con Federico Ferrero, con il quale pure – su svariati altri argomenti – spesso mi sono trovato in disaccordo.

      Rispondi
  • 21 Novembre 2013 in 14:12
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    “Purtroppo, l’autopsia sul corpo di Kennedy, condotta nel centro medico navale di Bethesda quello stesso 22 novembre dai dottori J. Humes, J. Thornton Boswell e Pierre Fink circa otto ore dopo l’attentato, fu un lavoro sbrigativo, piuttosto maldestro”

    A chi vuoi che non capiti una roba del genere in fondo. Era solo il presidente, anche io avrei fatto un lavoro sbrigativo e maldestro. Molto attendibile.

    D’altra parte se questi medici non avevano esperienza viene da pensare che non ce ne fossero altri disponibili in tutti gli USA, o che non ci si potesse permettere le spese. Si chiama spending review!

    Speechless.

    Rispondi
    • 21 Novembre 2013 in 14:30
      Permalink

      lei non tiene in alcun conto le circostanze in cui avvenne l’esame necroscopico. era appena stato ucciso un presidente, non si sapeva da chi né perché. poteva anche essere l’inizio di un nuovo conflitto mondiale. i medici di Bethesda erano dei militari, erano pressati da ogni lato: la politica, i militari, le istituzioni volevano un resoconto immediato, una risposta.
      non c’entrano le spese: c’entra il contesto in cui avvennero i fatti.

      Rispondi
      • 21 Novembre 2013 in 18:19
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        “i tre medici patologi non avevano alcuna esperienza di autopsie condotte su cadaveri che presentavano ferite di arma da fuoco”.

        quindi non potevano chiamare neanche un esperto di ferite di arma da fuoco? e perché?

        Rispondi
        • 21 Novembre 2013 in 18:30
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          perché fu deciso di condurre l’autopsia in un ospedale militare, in circostanze di possibile “crac” del Paese dopo un evento simile a un cataclisma. la causa di morte di Kennedy era evidente, l’autopsia non fu uno scempio, è che fu per certi aspetti sommaria e, per la insufficiente preparazione specifica dei medici presenti, non ottimale nella scelta delle procedure di indagine necroscopica. tuttavia bisogna anche considerare il clima in cui quell’esame fu condotto, alla presenza dello stato maggiore dell’esercito, con una pressione indescrivibile: si chiedeva da più parti di terminare al più presto, e di rispondere alla domanda-base: c’erano tracce di più direzioni di sparo, di più attentatori o no? la risposta, in questo senso, fu categorica e coerente con le risultanze: no.

          Rispondi
          • 22 Novembre 2013 in 11:41
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            sì, capisco. io non sono uno di quelli che crede ciecamente alla cospirazione, però perché il risultato è “categorico e coerente” se l’autopsia “fu per certi aspetti sommaria e, per la insufficiente preparazione specifica dei medici presenti, non ottimale nella scelta delle procedure di indagine necroscopica” (cito tra virgolette)? e inoltre la seconda commissione degli anni ’70 non dava per certo al 90% un quarto sparo dalla collinetta dove tutti si diressero dopo il passaggio dell’auto presidenziale?

          • 22 Novembre 2013 in 11:57
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            l’autopsia accertò che non vi erano tracce di spari frontali, di secondi cecchini, di killer frontali o laterali. ciò non significa che rimanga una autopsia (con la scriminante, magari, delle condizioni eccezionali e irripetibili di un presidente appena ammazzato in piazza) per certi aspetti lacunosa, che avrebbe dovuto indulgere in esami più approfonditi, per esempio sul percorso del proiettile dopo l’ingresso nella schiena. ma questo non significa che si mentì: quella ferita alla schiena, al 100% è un foro di entrata (ha margini cincischiati, orletto escoriativo, ha tutte le caratteristiche di un foro di entrata e nessuna del foro di uscita).

            il vizio di molti, lo constato da anni, è quello di “sparare” domande senza prima prendersi la briga almeno di leggere. sicuramente lei non sarà “uno che crede ciecamente alla cospirazione”, ma mi pare essere anche uno di che ha convinzioni ben superiori alla volontà di approfondire le informazioni.
            sulla vicenda cui lei fa riferimento (e non è affatto vero che “tutti si diressero”, se ha raggiunto questa certezza “bevendosi” le sciocchezze di un film di Hollywood le converrebbe rivedere le sue fonti), legga qui: http://www.johnkennedy.it/?p=918. esiste uno spazio “ricerca”, in homepage: provi a digitare delle parole chiave, sono certo che troverà risposta alla gran parte dei suoi legittimi quesiti.
            glielo dico avendo risposto qualche migliaio di volte alle stesse obiezioni, mi perdonerà la sicumera!

            grazie,
            FF

  • 18 Novembre 2013 in 14:02
    Permalink

    hai ragione! aggiunto ora, grazie.

    Rispondi
  • 18 Novembre 2013 in 12:57
    Permalink

    Ciao, molto interessante ma manca il link all’ultima riga, sul “cliccate qui”.

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