Il film di Abraham Zapruder

Nel 1963, Abraham Zapruder era un sarto cinquantottenne residente nella città di Dallas. Nato in Russia ed emigrato negli Stati Uniti nel 1920, aveva lavorato a New York come assistente di un sarto e, trasferitosi nel Texas nel 1941, aveva intrapreso una piccola carriera imprenditoriale. Nel 1949 fondò la Jennifer Juniors, una ditta di confezione di abiti creata con il socio Irwin Schwartz. La piccola azienda, nel 1963, impiegava Marilyn Sitzman come receptionist, Beatrice Hester in veste di impiegata amministrativa e Lillian Rogers come segretaria e aveva sede al 501 di Elm Street, al quinto e al sesto piano del Dal-Tex Building, il palazzo costruito accanto al tristemente celebre Deposito dei libri della Texas School.

Zapruder e la segretaria, Marilyn Sitzman, in Dealey Plaza mentre il sarto filma l'assassinio
Zapruder e la segretaria, Marilyn Sitzman, in Dealey Plaza mentre il sarto filma l’assassinio

La mattina del 22 novembre 1963 Zapruder andò al lavoro e, pur sapendo della parata presidenziale che gli sarebbe passata sotto l’ufficio, decise di non portare con sé la cinepresa acquistata nel 1962, una Bell&Howell Zoomatic Director Series otto millimetri modello 414 PD. Fu proprio Marilyn Sitzman a convincerlo a tornare a casa per prenderla: così facendo avrebbe potuto filmare il presidente Kennedy e la consorte per mostrarli ai figli e ai nipoti. Sceso in Dealey Plaza con la signora Sitzman, Zapruder si mise alla ricerca del miglior luogo da cui filmare il passaggio del corteo: individuò, in cima al terrapieno sul lato destro di Elm Street, un muretto di cemento e decise di salire là sopra per documentare il passaggio di JFK con la sua cinepresa. In ventidue secondi (altri quattro che compongono i ventisei totali non riguardano il corteo presidenziale) impressi su una pellicola 8 millimetri Abraham Zapruder filmò la scena più famosa della storia contemporanea.

Accortosi della tragedia che aveva appena documentato, Zapruder tornò sconsolato verso il suo ufficio, passando davanti all’entrata del Deposito dei libri da cui erano partiti gli spari. Nel breve tragitto incontrò il giornalista Harry McCormick, un reporter del Dallas Morning News, e gli raccontò di aver ripreso l’attentato. McCormick si mise d’accordo per andarlo a trovare nel pomeriggio in ufficio ma si premurò di informare immediatamente della cosa Forrest Sorrels, un agente del servizio segreto di Dallas. Schwartz telefonò in ufficio pochi minuti dopo l’attentato e parlò con la segretaria. Si fece passare Zapruder che, in lacrime, gli disse: “Irwin, ho filmato tutto. Ho visto la sua testa esplodere!”. Schwartz si precipitò in ufficio e, poco dopo, arrivarono anche McCormick e Sorrels. Insieme a due poliziotti del dipartimento di Dallas si recarono alla redazione del Dallas Morning News, poiché McCormick era certo che l’ufficio disponesse dell’apparecchio per riprodurre il nastro. Invece non era così, quindi i quattro, accompagnati dagli agenti, si recarono nel palazzo accanto, quello della rete televisiva WFAA. Non appena arrivò, Zapruder fu fatto sedere accanto al direttore delle news di WFAA Jay Watson e intervistato in diretta televisiva (trovate qui lo spezzone dell’interruzione delle trasmissioni all’arrivo della notizia dell’assassinio e la testimonianza del sarto). Zapruder raccontò di ciò che aveva visto attraverso la lente della cinepresa. Riferì di aver sentito un colpo e poco dopo un altro sparo o altri due. Alla fine dell’intervista McCormick disse che solamente la Kodak poteva sviluppare il filmino dopodiché fu costretto a tornare in città alla notizia dell’arresto di un sospetto, Lee Harvey Oswald. Poco dopo, nello stabilimento della Kodak a Dallas, Zapruder e Schwartz videro per la prima volta il film dell’assassinio, aiutati da un impiegato di nome Phil Chamberlain e alla presenza di una decina di persone della Kodak. Furono fatte tre copie del filmato, due delle quali furono consegnate dallo stesso Zapruder, la sera del 22 novembre, agli agenti del servizio segreto presso la Centrale di polizia di Dallas.

La cinepresa Bell&Howell di Zapruder, conservata negli Archivi nazionali
La cinepresa Bell&Howell di Zapruder, conservata negli Archivi nazionali

Nel pomeriggio del 22 novembre, però, si erano già mossi gli organi di stampa: il più veloce fu Richard Stolley, un dirigente della casa editrice proprietaria del periodico Life intenzionato ad acquisire i diritti del filmato. La mattina del 23 novembre 1963 Stolley si recò nell’ufficio del sarto e trattò la cessione dei diritti: dopo una breve discussione Stolley offrì 50.000 dollari, cifra accettata da Zapruder per poter riprodurre i fotogrammi del filmato. Il giorno successivo l’editore di Life, C.D. Jackson, pagò a Zapruder altri 150.000 dollari per acquistare i diritti di riproduzione televisiva e cinematografica. Fu ancora Stolley a trattare con Zapruder e da questa trattativa scaturì un fatto spesso interpretato come “copertura di un complotto”. In realtà non è vero che il filmato fu nascosto agli occhi della pubblica opinione per non doversi arrendere all’evidenza di una cospirazione (anche perché le immagini non documentano la presenza di due o più sparatori in Dealey Plaza): si trattò invece di un accordo economico privato tra il proprietario del filmato e un editore.
Fu poi C.D. Jackson che ritenne, autonomamente e sicuramente in maniera opinabile, il pubblico non pronto a vedere le immagini e decise di conservare per qualche anno la pellicola negli archivi della Time-Life Corporation, limitandosi a pubblicare quei fotogrammi che non mostravano l’esplosione del cranio del Presidente. Abraham Zapruder donò immediatamente 45.000 dollari alla vedova del poliziotto J.D. Tippit, l’agente ucciso da Lee Harvey Oswald pochi minuti prima del suo arresto.

Tra il novembre del 1963 e il gennaio del 1964 l’FBI esaminò, per conto proprio e insieme alla Commissione Warren, una copia del filmato. Si stabilì che la cinepresa impressionava 18,3 fotogrammi al secondo e il documento fu usato per completare il quadro probatorio a carico di Lee Harvey Oswald. Il 30 agosto 1970 Abraham Zapruder morì. Senza volerlo era diventato una superstar: non si prestò mai a diventare il simbolo di questa o quella bandiera, si espose solo per confermare la veridicità del suo documento filmato quando il procuratore distrettuale Jim Garrison lo volle utilizzare per perseguire Clay L. Shaw, uomo d’affari di New Orleans accusato da Garrison di aver tramato per attentare alla vita di JFK ma giudicato estraneo alla vicenda al termine di un celebre processo.

Qualche ricercatore senza scrupoli lo iscrisse d’ufficio al “partito dei complottisti'” mentre a Zapruder si possono solo attribuire due convinzioni: la prima è che affermò di aver sentito due o tre colpi; la seconda è che, nella sua testimonianza davanti alla Commissione Warren, ribadì di non essere in grado di stabilire la fonte degli spari (“C’era un riverbero troppo forte, l’eco faceva sentire i colpi come se arrivassero da tutte le direzioni” [7H572]). Cinque anni dopo la morte di Zapruder la testata Life restituì i diritti alla sua famiglia mentre l’originale del filmato finì, per essere conservato con maggior cura, negli Archivi Nazionali. Il 3 agosto 1999 il Dipartimento di Giustizia staccò un assegno di 16 milioni di dollari a beneficio degli eredi di Zapruder per l’acquisizione da parte del Governo del documento.

4 pensieri riguardo “Il film di Abraham Zapruder

  • 9 Ottobre 2018 in 10:17
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    Buongiorno

    Nel complimentarmi per il sito, ricco di utili informazioni, vorrei conoscere la sua opinione in merito ai testimoni che sostengono di aver visto la limousine di JFK andare “lunga” nella curva tra Houston e Elm, nonchè quelli che dicono che si sia fermata tra il primo sparo e i secondi due. Senza voler sposare tesi fantasiose e conscio che i filmati disponibili (Towner e Zapruder) non mostrano nulla di tutto ciò, a meno di non voler sostenere che siano stati manipolati, mi chiedo come possano conciliarsi testimonianze discordanti di persone che dobbiamo considerare in buona fede. Grazie

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    • 9 Ottobre 2018 in 20:57
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      buongiorno Andrea,
      secondo me è come dice lei, i testimoni “ricordano” cose di cui sono convinti ma che possono non essere accadute. se si riferisce però a Jean Hill, che disse che l’autista “inchiodò” prima del terzo sparo, le posso assicurare che NON si trattasse di un testimone in buona fede. la signora Hill, a essere gentili, era una sciocca. a essere più realisti, una persona dalla moralità più che discutibile, che si vendeva con il mestiere di testimone del caso Kennedy (pensi che stampava biglietti da visita con la dicitura “Il testimone più vicino al presidente al momento del terzo sparo”). per approfondire la sua (non) credibilità, la rimando a questa pagina del sito.

      in effetti l’automobile ha rallentato. sono quasi 60 i testimoni che, più o meno, lo hanno sostenuto (pur cambiando i momenti: secondo alcuni dopo il primo sparo, secondo altri dopo). Greer, davanti alla commissione Warren, disse di aver sentito un primo colpo, un secondo, di essersi girato per capire cosa stesse succedendo e di aver visto il governatore Connally afflosciarsi. a quel punto, l’agente alla sua destra, Roy Kellerman, gli disse di dare gas e andare via alla svelta, e lui lo fece.
      sono 55 anni che si discute sul fatto che, avesse reagito meglio e più celermente, forse Oswald non sarebbe più riuscito a colpire l’auto presidenziale. forse. chi lo sa. ma Greer non poteva immaginare che qualcuno stesse facendo fuoco su JFK, ha avuto pochissimi secondi (mentre guidava) per capire, decidere, agire. si ricordi che noi siamo qui – io dal 1993, altri da ancor più tempo – a spaccare il capello in quattro, avendo rivisto migliaia di volte la scena del crimine. Greer, e tutti gli altri, non hanno avuto la nostra possibilità. non sapevano cosa stava per capitare, è successo tutto in un attimo, non hanno potuto chiedere all’infinito di studiare i filmati e ripetere la scena…

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  • 8 Dicembre 2014 in 13:54
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    Un saluto a tutti.
    Volevo porre la vostra attenzione sul filmato di Zapruder, e sulla possibilità di vederlo su Youtube in qualità decente e rallentandone ancora di più la velocità.
    Non avevo mai notato il movimento netto che collo e testa fanno in avanti nell’istante in cui la pallottola entra nel cranio di Kennedy, verosimilmante l’ultima immagine che precede quella dell’esplosione della testa.
    Si nota perfettamente se si guardano le immagini impostando la velocità a 0.25x.

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